CS 1000: LA RISPOSTA ALL’INFIAMMAZIONE

Lo sviluppo di patologie a carattere endotossiemico derivanti da infezioni provocate da batteri gram negativi, rappresentano un notevole danno economico nell’allevamento bovino. La mastite bovina causata da batteri coliformi è un serio problema a causa della sua evoluzione, a volte fatale e per la difficoltà di un suo controllo con le comuni formulazioni antibiotiche ad uso endomammario. La sintomatologia acuta moltospesso associata a tale patologia è dovuta alla rapida ed incontrollata crescita dei batteri, al rilascio di endotossine ed al susseguente esteso processo infiammatorio e tossiemico.

L’infiammazione o flogosi è definita come un processo dinamico comprendente l’insieme delle modificazioni reattive che compaiono nelle strutture vascolari e connettivali di un distretto organico, per arginare e riparare i danni prodotti da agenti lesivi di natura fisica ( traumi, caldo e freddo), chimica ( veleni, tossine microbiche ), biologiche ( batteri, miceti, virus ); da Anatomia e Istologia Patologica Generale, P.S. Marcato; ed. Esculapio.

I processi infiammatori sono caratterizzati fondamentalmente da tre ordini di fenomeni: circolatori (alterazioni del flusso sanguigno), essudativi ( liquida e cellulare ), proliferativi ( delle cellule essudate o delle cellule locali tessutali ).

E’ bene subito precisare che l’infiammazione è un processo prettamente localizzato e che nella maggior parte dei casi, svolge un compito difensivo tendente a soffocare un’azione lesiva od a circoscriverla ad un territorio limitato.

In parecchi casi la reazione difensiva supera largamente le necessità reali locali di risposta agli insulti producendo essa stessa un danno.

Difatti, nella maggior parte dei casi la risposta all’insulto è esagerata ed ha il significato di rendere inutilizzabile la parte interessata al processo flogistico.

E’ importante precisare che la risposta infiammatoria è fondamentalmente identica, generale ed aspecifica qualunque sia lo stimolo provocatore.

Recentemente si è appurato, che i principali mediatori della flogosi acuta sono le prostaglandine.

Queste sono sintetizzate da quasi tutte le cellule ed intervengono in varie funzioni, quali ad esempio la trasmissione chimica degli impulsi nervosi, la meccanica del parto, la protezione della mucosa gastrica dai succhi acidi dello stomaco.

Chimicamente le prostaglandine appartengono alla categoria degli idrossiacidi insaturi a lunga catena ( venti atomi di carbonio ) derivanti dall’acido arachididonico il quale a sua volta ha come precursore l’acido linoleico assunto con la dieta.

Da sempre l’infiammazione è curata con l’utilizzo di corticosteroidi e loro derivati ( cortisonici ) i quali hanno effetto di deplezione sui leucociti con riduzione delle normali difese del paziente.

E’ invece fondamentale che un trattamento antinfiammatorio riduca gli effetti locali e generali dell’infiammazione lasciando inalterata la capacità di risposta immunitaria.

Per questa ragione nell’ultimo ventennio sono stati sperimentati con successo nella cura delle malattie croniche ( artrite reumatoide, broncospasma, L.E.S.) svariati agenti chimici ( ibuprofen, nimesulide ), appartenenti alla categoria degli antinfiammatori non steroidei. ( F.A.N.S. ).

Questi ultimi, inibendo gli enzimi ciclossigenasi e lipossigenasi sono in grado di bloccare la cascata dell’acido arachidonico impedendo la produzione delle prostaglandine e dei leucotrieni ed il susseguente processo infiammatorio.

Anche questi prodotti, non sono esenti da effetti collaterali. Il blocco della ciclossigenasi porta all’inibizione della produzione di tutte le prostaglandine comprese quelle protettive della mucosa gastrica.

Anche tali prodotti a lungo termine risultano essere inadeguati per la cura delle malattie croniche menzionate in precedenza.

La ricerca ha cosi’ portato allo studio ed alla genesi dei F.A.N.S. di ultima generazione in grado di bloccare solamente la ciclossigenasi 2 responsabile dell’attivazione del processo infiammatorio non interferendo sulla produzione delle ciclossigenasi 1 con funzioni protettive della mucosa gastrica.

Tali principi attivi sono presenti anche in alcune piante sottoforma di terpeni ed acidi con un primordiale significato difensivo della cellula vegetale. Ginko Biloba ad es. produce un derivato dell’acido arachidonico in grado di rendere amare le proprie foglie che risultano cosi’ inappetibili ai parassiti. Qualora un virus letale penetri attraverso il tessuto della foglia, si ha un blocco del composto amaro derivato dall’acido arachidonico rendendo cosi’ le foglie aggredibili dai parassiti, salvando la pianta..

Questi principi attivi sono presenti sul mercato sottoforma di estratti vegetali e notificati nel registro additivi europeo ( Regolamento 767/2009 ) entro l’8 novembre 2010 ( ai sensi dell.art. 10 comma 2 Reg. CE 1831/2003 ) e quindi utilizzabili come aromatizzanti senza obbligo di dichiarazione in etichetta in quanto non sensibili.

Si sfruttano cosi’ le proprietà antinfiammatorie di talune piante per ridurre le cellule somatiche presenti nel latte.

Infatti la ghiandola mammaria colpita da un agente esterno aumenta velocemente ed in modo esponenziale il numero di leucociti presenti nel latte, riadattando la formula leucocitaria a seguito di una potente azione infiammatoria.

Si passa cosi’ da un latte le cui cellule somatiche, di scarso numero, sono costituite per lo piu’ da macrofagi ad un latte le cui cellule sin dall’inizio del processo infiammatorio e quindi mastitico aumentano considerevolmente di numero e sono costituite per lo piu (95%)’da neutrofili o polimorfonucleati ( P.M.N.). Cio’ nel pieno rispetto del concetto di universalità della risposta infiammatoria. Da National Mastits Council, inc. 40th Annual Meeting Proceedings, Febrary, 11-14, 2001, Reno, Nevada, pag. 3-9.

CS 1000 è una miscela di estratti vegetali in grado di bloccare gli amplificatori aspecifici della risposta immunitaria inibendo il processo infiammatorio locale, non interferendo con la risposta immunitaria generale, riducendo la conta cellulare del latte.

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